sabato 2 marzo 2013

Educazione Siberiana - recensione

Educazione Siberiana è l'ultimo film di Gabriele Salvatores, Oscar nel 1992 per Mediterraneo. Tratto dal romanzo omonimo di Nicolai Lilin.
Un cast di nomi internazionali dove spicca quello di John Malkovich (il nonno) e i giovani Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius, rispettivamente nei panni di Kolyma e Gagarin, amici per la pelle nella fredda Transnistria - corrispondente all'attuale Moldavia - iniziati alla criminalità da nonno Kuzjia con le prime rapine e la condivisione della refurtiva.
Salvatores con questo film passa i confini e esce dagli schemi di film "Italico" mantenendo pero fermi i suoi punti di distinzione sia nella sceneggiatura, di cui è autore insieme ai fedeli Stefano Rulli e Sandro Petraglia, che nella regia: cioè la forza dei personaggi e la struttura narrativa decisa. 

Con momenti anche di pause gioiose, (la giostra) che però preparano a risvolti drammatici, il film risulta gradevole e malgrado le temperature e le scene di neve, caldo e emozionante. Indubbiamente la violenza si intreccia e respira con i personaggi e li accompagna.


La figura del nonno criminale che segue un codice d'onore molto rigido e prega per tutti tranne che per quelli in divisa, che tiene lontano il denaro e la droga è affascinante e Malkovich è perfetto nel suo ruolo.

"È folle volere troppo. Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare!" 

In un mondo che subisce importanti cambiamenti (la caduta del muro di Berlino) dove i poteri mutano, cambiano le bandiere, ma non la sostanza. Gli Urca (I Siberiani) riconoscono solo sé stessi e si affidano a quella Madre Siberia forte e selvaggia come loro.

Dove le leggi dello stato mancano, le leggi del clan, della propria appartenenza e dei suoi principi è l'unica fede, l'unico valore.

Interessante la dissertazione sul tatuaggio, vera mappa della vita di un uomo.

La cosa che più mi ha intrigato è proprio il dualismo tra criminalità e religiosità che però non è approfondito, forse volutamente? Per altro già visto poche settimane fa nel film "Les Misérables" il rapporto con la legalità, la giustizia e la religiosità.
Ovviamente il paragone è azzardato ma questa voglia di valori puri, non corrotti, è un'esigenza non solo Nazionale, ma Mondiale.









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